Abbiamo visto in anteprima Hunger Games: La Ballata dell’Usignolo e del Serpente, ecco il nostro commento

Ieri siamo stati invitati da Notorious Pictures a vedere in anteprima Hunger Games: La Ballata dell’Usignolo e del Serpente. Ecco le nostre impressioni sul film, rigorosamente senza spoiler.

“A cosa servono gli Hunger Games?”

È questo il quesito che la dottoressa Volumnia Gaul pone agli studenti dell’Accademia, portando non solo il protagonista, ma lo stesso spettatore a interrogarsi sulla risposta. Ed è proprio questa domanda il vero filo conduttore dell’intera vicenda; accompagna il percorso di Coriolanus Snow nella sua maturazione e trasformazione nel personaggio che conosciamo.

Dopo otto anni è a dir poco emozionante tornare nel mondo di Panem a cui pensavamo (erroneamente) di aver detto addio: il regista Francis Lawrence, già alla guida de La Ragazza di Fuoco e Il Canto della Rivolta – Parte 1 e Parte 2, ci riporta con naturalezza in ambienti e situazioni ormai consolidate, con una fedeltà pressoché totale al materiale di partenza.

La sensazione è proprio quella di familiarità: è bello poter ritrovare luoghi, persone, i giochi, il Distretto 12, studenti di Capitol City che, per quanto “nuovi”, hanno cognomi che richiamano altri personaggi della saga, tante citazioni e battute che ricordano i film precedenti senza risultare eccessive o fan service.

Se quella di Katniss Everdeen iniziava come una storia di sopravvivenza e poi diventava qualcosa di molto più grande in grado di capovolgere le sorti di Panem, quella di Snow è una storia puramente personale, le sue ambizioni, i desideri e la voglia di riscatto sono i pilastri su cui si basa tutta la narrazione. In una recente intervista, il regista aveva dichiarato che la sfida era portare il pubblico a provare empatia per un personaggio destinato a diventare l’antagonista della saga. Possiamo sicuramente dire che ci sono riusciti, anche grazie all’eccezionale interpretazione di Tom Blyth, che rende credibile uno Snow costantemente in bilico tra moralità e sete per il potere.

Se vi aspettate una protagonista femminile simile a Katniss, dimenticate subito questa idea: Lucy Gray Baird (Rachel Zegler) è diametralmente opposta, ambigua e manipolatrice, e questo rende non scontato il rapporto che si crea con Coriolanus. Tanti i momenti musicali con Lucy Gray (non solo The Hanging Tree), una scelta inedita per i film di Hunger Games che comunque ha un’ottima resa sullo schermo. Ottima performance anche di Peter Dinklage, che interpreta il decano Casca Highbottom, forse uno dei personaggi più sfaccettati e complessi, con un dilemma morale alle spalle che probabilmente avrebbe meritato un approfondimento maggiore.

In tutte le scene degli Hunger Games è inoltre sempre apprezzabile la capacità di creare suspense e uno stato di tensione continua anche per chi, da lettore, conosce già il destino dei tributi, complici anche le straordinarie musiche di James Newton Howard che rievocano temi precedenti con alcuni significativi elementi di novità.

Vi lasciamo alcune immagini dell’anteprima e vi ricordiamo l’appuntamento per domani, 15 novembre, al cinema! Non mancate!



Ecco la sinossi del film:

Anni prima di diventare il tirannico presidente di Panem, il diciottenne Coriolanus Snow è l’ultima speranza per il buon nome della sua casata in declino: un’orgogliosa famiglia caduta in disgrazia nel dopoguerra di Capitol City. Con l’avvicinarsi della decima edizione degli Hunger Games, il giovane Snow teme per la sua reputazione poiché nominato mentore di Lucy Grey Baird, la ragazza tributo del miserabile Distretto 12. Ma quando Lucy Grey magnetizza l’intera nazione di Panem cantando con aria di sfida alla cerimonia della mietitura, Snow comprende che potrebbe ribaltare la situazione a suo favore. Unendo i loro istinti per lo spettacolo e l’astuzia politica, Snow e Lucy mireranno alla sopravvivenza dando vita a una corsa contro il tempo che decreterà chi è l’usignolo e chi il serpente.

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