Curiosità sugli abiti di Hunger Games

Dopo avervi presentato Trish Summerville, la nuova costumista de La ragazza di fuoco, vi raccontiamo alcune curiosità sulla realizzazione degli abiti del primo film della trilogia, Hunger Games.

Dietro lo stilista Cinna (Lenny Krawitz), che crea per Katniss abiti sfavillanti, vi è in realtà Judianna Makowsky, costumista con un’esperienza nel campo da oltre 30 anni e già collaboratrice di Gary Ross. I due, infatti, hanno lavorato insieme nel 1999 in Pleasantville, la cui collezione di vestiti ha guadagnato il riconoscimento dall’Academy e dalla Gilda dei Costumisti. In seguito hanno collaborato anche in Seabiscuit (con l’interprete di Effie Trinket, allora esordiente), dove la costumista ha guadagnato la sua terza nomination all’Oscar per il garbo dei costumi. Judianna ha anche vestito Harry, Ron e Hermione in Harry Potter e la pietra filosofale.

Per realizzare abiti in grado di descrivere la vita nei distretti e nella lussureggiante Capitol City, Judianna si è dovuta documentare molto, studiando per esempio come si vestivano gli abitanti dei monti Appalachi tra gli anni ’30 e ’50. Per la capitale, invece, si è ispirata allo stile del Fascismo italiano e alle creazioni della stilista Elsa Schiapparelli.

La costumista, però, ha dovuto affrontare non poche critiche da parte dei fan. Molti, infatti, l’hanno accusata di non aver rispettato le descrizioni del libro.

Per esempio, la giacca che Katniss indossa per andare a caccia regalatale dal padre, nel romanzo è descritta come più grande della sua taglia mentre nel film non è così. Altre critiche sono state mosse nei confronti dell’abito di “fuoco” indossato da Katniss durante l’intervista con Caesar (Stanley Tucci). In entrambi i casi la costumista ha dichiarato che gli abiti, così come descritti dall’autrice, funzionavano bene sulla carta, ma nella realtà avrebbero solo appesantito l’attrice, impedendole di recitare e di muoversi liberamente. Per questo, in molti casi, la Makowsky ha dovuto dare un’interpretazione personale allo spirito della narrazione ma, come ha dichiarato lei stessa in un’intervista a MTV.com, pur sempre con l’approvazione dell’autrice del romanzo, Su zanne Collins. Per le fiamme del vestito, invece, non se n’è dovuta occupare in quanto aggiunte in un secondo momento in computer grafica.

 

Per creare gli abiti di Effie Trinket la costumista si è invece potuta sbizzarrire, grazie anche all’aiuto della stessa Elizabeth Banks che ha dato suggerimenti e consigli per realizzare il look “pazzo” del personaggio.

 

Al di là delle critiche si può dire, quindi, che il lavoro di Judianna Makowsky è stato notevole se si pensa, inoltre, che, oltre a vestire i protagonisti, si è dovuta occupare anche delle comparse: solo per le scene di Capitol City ce n’erano 600 e questo ha voluto dire creare almeno 1800 capi!

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